mòle [mò.le]

1 — Massa solida di grandi dimensioni; nome proprio di alcuni edifici grandiosi ed imponenti.

2 — Unita di misura della quantità di materiale nel sistema Internazionale, di simbolo mol, equivalenmti alla quantità di materia di un sistema che contiene tante entità elementari

DA SPAZIO A SISTEMA

La Mole è un sistema culturale articolato in tre episodi: espositivo e performativo, formativo e produttivo. Uno spazio in cui le cose accadono e l’azione culturale trasforma lo spazio in una dinamica perpetua. Un sistema reso possibile da un’architettura carismatica e da un filo conduttore, quello del rapporto creativo tra l’uomo e la materia, incapace di generare esclusione. La Mole è, in un tempo solo, quello che è stata nel corso dei secoli: pausa, cura, difesa, fabbrica, deposito, aggregazione, svago, bellezza.

ANCONA

Ancona è una città abbracciata dal mare, e quindi cresciuta nei traffici, negli incontri, negli scambi, nella scoperta dell’altro e del nuovo, nel movimento perenne tipico di un porto. Le sue caratteristiche si riflettono nel monumento della Mole, anno dopo anno pazientemente restaurato dal Comune con l’aiuto della Fondazione Cariverona. All’inizio degli anni Novanta venne il Cinema all’aperto, quando all’interno della Corte si trovavano alberi di fico – ma erano state abbattute le ciminiere dell’era industriale. Seguirono il bar esterno, le mostre, tra calcinacci e ruderi, fino a un progetto compiuto che ha l’ambizione di sostituire il concetto di spazio culturale (ce ne sono troppi) con quello di sistema culturale. Una missione che si sposa bene con una città che nei secoli si è caratterizzata per lo spirito d’esplorazione e innovazione, da Ciriaco Pizzecolli ai gruppi punk, da Gino de Dominicis ai primi writers internazionali.

UN PO’ DI STORIA

Chiamato da Papa Clemente XII per ridisegnare il profilo e migliorare le funzioni del porto di Ancona, Luigi Vanvitelli inizia nel 1732 il Lazzaretto della città, una struttura che vedeva abbinate le funzioni sanitaria e difensiva, costruendo in tutto e per tutto un’isola artificiale. Nel novembre del 1736 l’isola è pronta, e l’anno dopo inizia a svolgere la funzione di magazzino mentre proseguono i lavori. Nel maggio del 1738 il perimetro è compiuto, e l’intero edificio viene consegnato, ultimato, il 13 febbraio del 1743.

La sua funzione, in quei tempi, era principalmente sanitaria: le merci e le persone sono ospitate al suo interno e iniziano a popolarlo con gran vivacità, fino a che, gradualmente nel corso del XIX secolo, non prevale la funzione militare e difensiva dell’edificio che nel 1860 è al centro della battaglia per la presa di Ancona.

Dopo quella data, il Lazzaretto viene affidato al Comune di Ancona e si trasforma in magazzino, funzione per la quale subisce numerose modifiche specie nelle proporzioni delle stanze e delle porte. Ma non è finita, perché nel 1884 una nuova funzione impegna l’edificio, quella di raffineria degli zuccheri: sorgono le ciminiere all’interno della corte e con il passare del tempo, anche a seguito della crisi che segue il primo conflitto mondiale, il Comune ipotizza la vendita a privati come edificio industriale (metallurgia, container…). Alla fine però, nel 1927, si opta per la vendita al Demanio dello Stato e tra il 1940 e il 1955 il Lazzaretto è, prima, magazzino dell’esercito e, poi, Magazzino dei Tabacchi Greggi. Arrivano quindi ulteriori modifiche, interventi strutturali, ridimensionamenti cui La Mole fa fronte con una personalità capace di garantirne il carisma architettonico. Dagli anni Cinquanta al 1990 vengono apportate numerose modifiche alla struttura, soprattutto al fine di aumentare la capacità di immagazzinamento fino a che, meglio tardi che mai, nel 1989 l’edificio è affidato alle mani della Soprintendenza che avvia un iter di restauro con l’intento di recuperarne le linee e gli intenti principali. Poco dopo, il Lazzaretto è acquisito dal Comune di Ancona (1990) che negli anni, grazie al sostegno costante della Fondazione Cariverona, mette a punto un’opera di restauro attenta e coerente, restituendo via via alla fruizione pubblica spazi espositivi, congressuali, sociali.